Emergenza Coronavirus – Aggiornamenti

Maggio 2023 Fine emergenza sanitaria da covid 19: comunicato della presidenza CEI

L’8 maggio 2023 la presidenza della Conferenza episcopale italiana (CEI) ha diramato alle Diocesi una comunicazione riguardo alla fine dell’emergenza sanitaria da covid 19 decretata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) il 5 maggio. Riportiamo di seguito il testo integrale:

«Cari Confratelli,

il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, condividendo l’indicazione dell’apposito Comitato tecnico, ha annunciato lo scorso 5 maggio che il Covid-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.

È stato un tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica. Esprimiamo sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19 e per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi: amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine e di vigilanza, personale della scuola, lavoratori impegnati nelle attività primarie, operatori della comunicazione, imprenditori, operatori pastorali e quanti si sono prodigati per la sicurezza degli ambienti della Chiesa, e tanti semplici cittadini.

Vogliamo ricordare le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero. Come ha suggerito Papa Francesco con insistenza, anche per loro dobbiamo con responsabilità e determinazione affrontare le tante sfide, nella consapevolezza che siamo sulla stessa fragile barca.

Accogliendo la comunicazione dell’OMS, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria.

Resta salva la possibilità per i Vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi.

Riteniamo sia altresì opportuno che cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming.

Le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono.

Un fraterno saluto, la Presidenza CEI»


31 marzo 2022 Emergenza Covid-19: nuove indicazioni CEI

La cessazione dello stato di emergenza, dal 1° aprile 2022, e l’abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo, ci spingono verso un graduale riavvicinamento a forme di celebrazioni precedenti alla pandemia.

Tuttavia, la costante diffusione del virus sollecita tutti noi ad un elevato senso di responsabilità e ad adottare ancora attenzioni e comportamenti prudenti: vi chiediamo pertanto di continuare a 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆𝒄𝒊𝒑𝒂𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒆𝒍𝒆𝒃𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒔𝒆 𝒊𝒏 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒔𝒊𝒏𝒕𝒐𝒎𝒊 𝒊𝒏𝒇𝒍𝒖𝒆𝒏𝒛𝒂𝒍𝒊.

Nei luoghi di culto al chiuso si accederà sempre indossando obbligatoriamente la mascherina, fino al 30 aprile; dopo tale data i singoli parrocchiani si comporteranno secondo libertà e coscienza.

Si continuerà a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto; si continuerà ad evitare ogni assembramento, specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che seguono le celebrazioni in piedi; continueremo a tenere vuote le acquasantiere e per lo scambio di pace sarà opportuno continuare ad evitare strette di mano o abbracci; si favorirà il ricambio dell’aria, specie prima e dopo le celebrazioni.

Per quanto riguarda la distribuzione dell’Eucaristia, riteniamo per ora preferibile la distribuzione nella mano e al proprio posto: introdurremo forme processionali in un momento successivo al periodo pasquale.

Le celebrazioni del Triduo Pasquale verranno svolte limitando i gesti che potrebbero favorire il contatto.


17 Gennaio 2022   «NON STANCHIAMOCI DI FARE IL BENE» (Gal 6.9)

L’aggiornamento delle LINEE OPERATIVE PER LE ATTIVITÀ PASTORALI in prevenzione da Sars-CoV-2 a cura della Commissione Diocesana presieduta dal Vicario Generale, si legge nel documento, si è reso necessario a fronte della «nuova ondata di contagi che stiamo affrontando, dall’entrata in vigore delle norme di prevenzione con gli ultimi tre Decreti Legge (DL 24 dicembre 2021, n. 221; DL 30 dicembre 2021, n. 229; DL 7 gennaio 2022, n.1) e dalle fatiche sociali e pastorali causate dal persistere della pandemia».

Norme_anticovid_Diocesi_Torino_aggiornamento 17-01-2022

NotaSegrGen_MisureAntiCovid_10-01-22


24 Settembre 2021 – LINEE OPERATIVE PER LE ATTIVITÀ PASTORALI 2021/2022 in prevenzione da Sars-CoV-2 a cura della Commissione Diocesana presieduta dal Vicario Generale. 

L’avvio del nuovo anno pastorale, con la ripresa delle attività lavorative e scolastiche, è segnato dal persistere della pandemia. Occorre ancora coltivare e custodire un’operosità paziente: sono possibili tutte le attività pastorali, con prudenza e coraggio. Per ravvivare e condividere il necessario senso di responsabilità, si richiamano tre attenzioni, in relazione al servizio pastorale in tempo di pandemia da Sars-CoV-2: la cura delle relazioni, la responsabilità della prevenzione, l’uso del «Green pass».

Linee-operative-anti-covid_Torino_sett2021


La nostra parinevidenza3rocchia in questi mesi ha lavorato per garantire la ripresa di tutte le attività, in sicurezza, elaborando protocolli operativi diversificati a seconda delle situazioni che si presentano in ambito parrocchiale.

Sono state così disciplinate tutti i momenti della vita della parrocchia, dalle celebrazioni alle varie attività in casa parrocchiale, dalla segreteria alla catechesi quando ripartirà, precisando le modalità di accesso ai locali fino ai prodotti da utilizzare per sanificare ogni ambiente.

Tutti i protocolli realizzati vengono qui pubblicati in modo tale che chiunque, volontario o fedele, sia più consapevole, responsabile e sicuro.

Protocollo_02_CANONICA – NORME DI ACCESSO E DI COMPORTAMENTO DEI FEDELI E VOLONTARI e Informativa privacy Covid19 per la Segreteria

Protocollo_03_CELEBRAZIONI – NORME DI COMPORTAMENTO DEI VOLONTARI PER SERVIZIO LITURGICO

Protocollo_04 – GESTIONE ATTIVITA PASTORALI CON MINORENNI

Protocollo_05 GESTIONE ATTIVITA’ PASTORALI TRA MAGGIORENNI

Protocollo_06 GESTIONE LOCALI PER ATTIVITA’ NON PASTORALI


FASE 3 – L’emergenza non è cessata e serve l’aiuto di tutti!

Come? In questo particolare momento serve l’assunzione da parte di ciascuno di noi di atteggiamenti responsabili, in ogni momento del vivere quotidiano, e quindi anche in Chiesa. Le indicazioni fornite a maggio 2020 per la ripresa delle celebrazioni sono ancora in essere!

Si tratta di piccole e semplici regole che in questi mesi abbiamo fatto diventare nostre: distanziamento, uso della mascherina per l’intera celebrazione (chirurgica o FFP2) e posizionata in maniera corretta, piccoli gesti da evitare… per vivere il momento eucaristico e tutte le altre attività parrocchiali in maniera serena e sicura.

Come posso quindi aiutare la parrocchia? 
Innanzitutto rispettando le regole. Ma soprattutto rendendoti utile e disponibile. Si tratta di semplici ma necessarie attività, come ad esempio il servizio di accoglienza alle S. Messe,  aiutando i fedeli ad acquisire le precauzioni comportamentali oppure il servizio di sanificazione della Chiesa al termine delle celebrazione.

Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti!

Puoi segnalare la tua disponibilità direttamente al Parroco o ai volontari a fine Messa, oppure inviando una mail a parr.redentore@diocesi.to.it con il tuo nome e numero di telefono.


Precisazioni a seguito dell’entrata in vigore del dpcm del 13/10/2020

Sono giunte in Parrocchia richiesta di chiarimenti sul numero di persone che possono partecipare alle celebrazioni.

Si informa che il limite di 30 persone indicato dal dpcm 13/10/2020 si riferisce esclusivamente alle “feste” conseguenti a cerimonie civili o religiose (art. 1 lettera n) e NON alle funzioni religiose con la partecipazione di popolo (art. 1 lettera p) per le quali è confermato il protocollo sottoscritto dal Governo e dalla CEI in data 18 maggio 2020.

Si ricorda pertanto che:

La capacità massima della Chiesa è 150

La capacità massima della Cappella è 20


 FASE 2 – Torniamo a Messa! 

A partire da lunedì 18 maggio 2020 scatta la fase 2 per quanto riguarda le celebrazioni. Qui potete trovare tutte le informazioni utili sulla partecipazione alla S. Messa.

Siamo lieti di comunicare a tutti i fedeli della Parrocchia Gesù Redentore la prudente ripresa delle celebrazioni festive  e feriali.

Siamo grati al Signore ed alle autorità di aver permesso questa ripresa, ma raccomandiamo a tutti di assumersi la responsabilità di mantenere le norme vigenti in materia di prevenzione rischi dell’epidemia,  al fine di dare sicurezza agli altri e poterla avere, di rimando,  per sé.

Tutti coloro che non sono in condizione di poter partecipare, sono pregati anche di non accedere alla Chiesa.

Don Alberto e il Consiglio Pastorale Parrocchiale

La capacità massima della Chiesa è 150

La capacità massima della Cappella è 20

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 Precedenti Aggiornamenti

Lettera del 12 maggio 2020, dell’Arcivescovo Nosiglia con le indicazioni per la ripresa delle celebrazioni


Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia presieduto dal Santo Padre Francesco

Sagrato della Basilica di San Pietro

Venerdì, 27 marzo 2020

Dal Vangelo secondo Marco (4, 35-41)

Venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE

«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).
Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.
Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.
Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).


Informazioni  alla comunità parrocchiale del  14 marzo 2020  Preghiera in tempi di restrizioni per il COVID19  ed iniziativa preghiera in streaming 


Sussidio della Conferenza Episcopale Italiana del 12 marzo 2020:  CELEBRARE E PREGARE IN TEMPO DI EPIDEMIA


Preghiera del 4 marzo del Vescovo 


 Lettera di Don Alberto del 24 febbraio 2020