La straripante bellezza del Vangelo – incontro di preghiera per Don Roberto Repole

Pubblicato giorno 6 maggio 2022 - News

 

INCONTRO DI PREGHIERA “LA STRARIPANTE BELLEZZA DEL VANGELO”
GESU’ REDENTORE E SS NOME DI MARIA (3 MAGGIO 2022)

Segno: Croce di Taizé (San Damiano)
Sacerdote: Nel Nome del Padre…
Amen
Il Signore sia con voi
E con il tuo Spirito
(2 parole di benvenuto)
Lettore: Lasciamoci guardare da Gesù. Nel Vangelo spesso Gesù è in mezzo alla folla e pone il suo sguardo, non su una moltitudine, ma su ogni singola persona. Perché proprio questa è la peculiarità dello sguardo di Gesù. Gesù non massifica la gente. Gesù guarda ognuno, ognuno di noi. Rivolgiamo insieme questa preghiera al Signore per il nostro caro don Roberto Repole con il quale molti di noi hanno percorso un tratto della Via che Gesù ci indica, fiduciosi che Gesù legge nel nostro cuore e nella nostra mente. Ciascuno di noi comprenda che la forza, l’accoglienza e l’amore di Gesù si manifestano sia per mezzo del pastore che ci ha donato, sia attraverso la nostra personale carità.
Lettore: Accogliamo con gioia don Roberto come nuovo Arcivescovo della nostra città e gli offriamo tutta la nostra disponibilità a collaborare efficacemente al suo ministero. Perciò ringraziamo insieme il Signore per il dono grande della sua chiamata e rispondiamo alle intenzioni di preghiera con il ritornello del canto “Eccomi”.
Rit: Eccomi, eccomi, Signore io vengo. Eccomi, Eccomi, si compia in me la tua volontà
Lettore: Signore, Tu hai chiamato don Roberto a seguirTi nella via del sacerdozio. 30 anni fa, qui nella chiesa di Torino, don Roberto ha pronunciato il suo Sì alla tua chiamata. In questi anni, ha speso la sua vita e i suoi carismi, come teologo, coordinatore della pastorale universitaria, assistente del Meic e viceparroco delle parrocchie ss. Nome di Maria e Gesù Redentore. Ti ringraziamo per il percorso che abbiamo potuto fare insieme a lui e per la sua vocazione presbiterale, che tanti frutti ha già portato. Rit.
Il 19 febbraio Papa Francesco ha nominato don Roberto arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. Ti ringraziamo per il suo rinnovato Sì alla chiamata ad un ministero che don Roberto non aveva cercato, e che è sicuramente frutto dello Spirito Santo. Signore, accompagna don Roberto che a Te si affida in questo nuovo cammino. Rit.
Signore, aiuta anche noi a seguirTi ogni giorno, nella nostra quotidianità, perché anche nel nostro piccolo sappiamo dire il nostro Sì a Gesù, perché l’amore di Dio raggiunga davvero tutti. Rit.

Silenzio
Lettore: Secondo la definizione del Concilio Vaticano II, “i vescovi, posti dallo Spirito Santo, succedono agli apostoli come pastori delle anime e, insieme col sommo Pontefice e sotto la sua autorità hanno la missione di perpetuare l’opera di Cristo, pastore eterno”.
Dunque il vescovo è pastore, seguendo il modello di Gesù. Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio, che attraverso il profeta Ezechiele ci aiuta a comprendere in che modo Dio è un pastore per noi.

Lettore:
Dal libro del profeta Ezechiele
Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un  pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.
Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.

Silenzio
Segno: Bastone
CANONE: Solo tu sei il mio pastore
Niente mai mi mancherà
Solo tu sei il mio pastore, o Signore (o Signore)
Lettore: Invochiamo insieme lo Spirito Santo, affinché su Don Roberto, chiamato per opera della Grazia a divenire nella Chiesa Pastore, Maestro e Sommo Sacerdote, scenda lo Spirito Santo. La luce dello Spirito ricolmi il suo cuore di coraggio, di giusto giudizio, di amore e di sollecitudine verso il suo gregge e faccia sì che edifichi la Chiesa come segno di salvezza nel mondo. Doni a noi la disponibilità e la docilità a lasciarci guidare sulla via del Vangelo.
Lettore:
O Spirito Santo,
anima dell’anima mia,
in te solo posso esclamare: Abbà, Padre.
Sei tu, o Spirito di Dio,
che mi rende capace di chiedere
e mi suggerisci che cosa chiedere.
O Spirito d’amore, suscita in me il desiderio
di camminare con Dio:
solo tu lo puoi suscitare.
O Spirito di santità,
tu scruti le profondità dell’anima nella quale abiti,
e non sopporti in lei neppure le minime
imperfezioni:
bruciale in me, tutte, con il fuoco del tuo amore.
O Spirito dolce e soave,
orienta sempre più la mia volontà verso la tua,
perché la possa conoscere chiaramente,
amare ardentemente e compiere efficacemente.
Amen

Segno: Cero acceso (o accendere cero pasquale)
CANONE: Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò timore?
Egli è salvezza della mia vita, di chi avrò paura? (n. 187)
Lettore: Quando don Roberto ha salutato la comunità diocesana al Santuario della Consolata il 19 febbraio, ci ha subito aperto il cuore con una frase che è rimasta talmente impressa in noi da averla voluta come titolo per questo incontro di preghiera:
“Come Cristiani possiamo offrire quello che nella nostra povertà Cristo ha deposto e depone continuamente in noi: la straripante bellezza del Vangelo, che può generare senso di vita per i più giovani, sollievo e compagnia per i più anziani, vicinanza e cura per i malati, accoglienza ospitale per tutti i poveri e gli emarginati.”
Eh sì, il segreto di una comunità viva sta tutta nella capacità di donarsi gli uni agli altri in quanto il paradigma della chiesa è il dono stesso: come Dio ha donato il suo unico figlio, come Gesù si offre in una generosità inenarrabile, offrendoci il dono per eccellenza, il per-dono, come lo Spirito, che per lunga tradizione è stato chiamato esso stesso Dono e si offre a noi attraverso sette meravigliosi doni, così noi siamo chiamati a farci strumento di quell’amore senza fine che è il Risorto con gratuità e ospitalità reciproca.
Solo partendo dal paradigma del “dono”, la cui parola evoca immediatamente qualcosa di bello e di buono, saremo una Chiesa viva capace di comunicare la bellezza straripante del Vangelo, saremo cristiani in fraterna comunione con Lui e tra noi. Il dono stesso è bellezza e noi come comunità abbiamo bisogno di prenderci cura gli uni degli altri uscendo dalle nostre comodità per avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo.

Silenzio
Segno: Vangelo aperto
CANTO: Tu sei la prima stella
Tu sei la prima stella del mattino
tu sei la nostra grande nostalgia
tu sei il cielo chiaro dopo la paura
dopo la paura di esserci perduti
e tornerà la vita in questo mare.
Soffierà soffierà il vento forte della vita
Soffierà sulle vele e le gonfierà di te.
Soffierà soffierà il vento forte della vita
Soffierà sulle vele e le gonfierà di te.
Tu sei l’unico volto della pace,
tu sei speranza delle nostre mani,
tu sei il vento nuovo sulle nostre ali
sulle nostre ali soffierà la vita
e gonfierà le vele per questo mare.
Soffierà soffierà il vento forte della vita
Soffierà sulle vele e le gonfierà di te.
Soffierà soffierà il vento forte della vita
Soffierà sulle vele e le gonfierà di te.
Lettore: “Siete stati scelti tra gli uomini e per gli uomini” e “non per gli affari, non per la mondanità, non per la politica”: così papa Francesco si è rivolto qualche tempo fa, durante la Santa Messa, ad alcuni sacerdoti in procinto di diventare vescovi. “Al vescovo – ha detto – compete più SERVIRE che dominare, uscite dalla tentazione di diventare principi”.
Con queste parole del Papa e con la nostra preghiera vogliamo accompagnare il nostro caro don Roberto nel suo servizio, perché quando si troverà ad affrontare fatiche e tentazioni, si ricordi del GREMBIULE che Gesù ha indossato per lavare i piedi a tutti noi e per insegnarci che amare è servire come ha fatto lui.
Diceva don Tonino Bello che “Il grembiule è l’unico paramento sacro che ci viene ricordato nel Vangelo”
Segno: Grembiule
CANTO
Guardiamo a te che sei
Maestro e Signore:
Chinato a terra stai,
Ci mostri che l’amore
È cingersi il grembiule,
Sapersi inginocchiare,
C’insegni che amare è servire.
RIT. Fa’ che impariamo, Signore, da Te,
Che il più grande è chi più sa servire,
Chi s’abbassa e chi si sa piegare,
Perché grande è soltanto l’amore.
E ti vediamo poi,
Maestro e Signore,
Che lavi i piedi a noi
Che siamo tue creature
E cinto del grembiule,
Che è il manto tuo regale,
C’insegni che servire è regnare.

RIT. Fa’ che impariamo, Signore, da Te,
Che il più grande è chi più sa servire,
Chi s’abbassa e chi si sa piegare,
Perché grande è soltanto l’amore.
Lettore: Papa Francesco così ci esorta: “Sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio.
Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste. È anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità.”
Chiediamo a Dio di rafforzare l’unità nella nostra Chiesa di Torino, unità arricchita da diversità che si riconciliano per l’azione dello Spirito Santo, e di sostenere il nostro nuovo vescovo perché sia strumento di unione e costruttore di spazi in cui vivere una fraternità vera. Preghiamo insieme cantando:
RIT: Signore, fa di me uno strumento della tua pace, del tuo amore (2v)

Lettore:
Dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dov’è discordia ch’io porti l’Unione, RIT.

Dov’è dubbio fa’ ch’io porti la Fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza. RIT.

Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. RIT.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto.
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare RIT.

Lettore: Il nuovo ministero di don Roberto sarà sicuramente impegnativo: due diocesi da seguire, l’avvio del sinodo, un momento storico complesso… Ti preghiamo Signore di accompagnare don Roberto con la tua guida. Infondi in lui il tuo Spirito di consiglio e di fortezza, e fa’ che si lasci illuminare e sostenere nei momenti difficili.
Meditiamo insieme ascoltando la storia “il ricamo di Dio”

Lettore:
“Quando io ero piccolo mia madre era solita cucire tanto. Io mi sedevo vicino a lei e le chiedevo cosa stesse facendo. Lei mi rispondeva che stava ricamando. Osservavo il lavoro di mia madre da un punto di vista più basso rispetto a dove stava seduta lei, cosicché ogni volta mi lamentavo dicendole che dal mio punto di vista ciò che stava facendo mi sembrava molto confuso.
Lei mi sorrideva, guardava verso il basso e gentilmente mi diceva: “Figlio mio, vai fuori a giocare un po’ e quando avrò terminato il mio ricamo ti metterò sul mio grembo e ti lascerò guardare dalla mia posizione”.
Mi domandavo perché utilizzava dei fili di colore scuro e perché mi sembravano così disordinati visti da dove stavo io. Alcuni minuti dopo sentivo la voce di mia madre che mi diceva: “Figlio mio, vieni qua e siediti sul mio grembo”.
Io lo facevo immediatamente e mi sorprendevo e mi emozionavo al vedere i bei fiori o il bel tramonto nel ricamo. Non riuscivo a crederci; da sotto si vedeva così confuso.
Allora mia madre mi diceva: “Figlio mio, di sotto si vedeva confuso e disordinato ma non ti rendevi conto che di sopra c’era un progetto. C’era un disegno, io lo stavo solo seguendo. Adesso guardalo dalla mia posizione e saprai ciò che stavo facendo”.

Lettore:
Molte volte lungo gli anni ho guardato il cielo e ho detto: “Padre, che stai facendo?”. E Lui ha risposto: “Sto ricamando la tua vita”.
Allora io ho replicato: “Ma si vede così confuso, è tutto un disordine. I fili sembrano così scuri, perché non sono più brillanti?”.
E Dio sembra dirmi: “Figliolo mio, occupati del tuo lavoro… e io faccio il mio. Un giorno ti porterò in cielo e ti metterò sul mio grembo e vedrai il disegno dalla mia posizione… E allora capirai…!!!”.
Nei giorni in cui sembra che nemmeno Dio si ricordi di te, invece di angustiarti ripeti con certezza: “Signore, io confido in te”.
Preghiamo insieme con il canone “Nada te turbe” n.107

Segno: Ricamo
CANONE: Nada te turbe, nada te spante.
Quien a Dios tiene, nada le falta.
Nada te turbe, nada te spante,
solo Dios basta
Lettore: E ora, per concludere, ci alziamo in piedi e, insieme preghiamo invocando su don Roberto la benedizione del Signore, ripetiamo insieme (ad ogni riga proposta dal lettore, l’assemblea ripete):

Il Signore sia sopra di te per proteggerti
davanti a te per guidarti;
dietro di te per custodirti;
dentro di te per benedirti.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


CANTO
Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
Ostendat faciem suam tibi et misereatur tui
Convertat vultum suum ad te
Et det tibi pacem.
Dominus benedicat frater Leo, te
RIT: Benedicat, benedicat,
Benedicat tibi Dominus
Et custodiat te.
Benedicat tibi Dominus
Et custodiat te.
(ripetere 2v)
Et custodiat te

Sacerdote: (2 parole di saluto)
Il Signore sia con voi
E con il tuo spirito
Vi benedica Dio…
Amen
… Andate in pace
Rendiamo grazie a Dio